sortie d'usine

Archivio, di nuovo

di Vincenzo Vita

L’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico costituisce una forma di tranquilla e pacifica eversione, e non è un ossimoro. Il suo stesso r-esistere rappresenta un’acrobazia controcorrente. Il flusso della normalità omologante, che sconfina nel pensiero unico, ha bisogno di dissonanze. La coscienza critica della società va svelata, rompendo il blob soffocante che non permette ai saperi diversi dal meanstream di appalesarsi. Il racconto storico, ivi compresa la fiction, evoca verità. Un bagno di realtà ha da imporsi sul verosimile o sulle non-verità. Ecco, l’Aamod continua con tenacia la sua opera, tesa a tutelare la memoria come soggetto vivo e ad intrecciarla con l’attualità.

L’esigenza di valorizzare le differenze espressive e culturali contro ogni censura (politica e mercantile) è lo spirito profondo del pregevole collettivo che anima l’Archivio. Ed è un riconoscimento importante, anche simbolicamente, il premio attribuito a Paola Scarnati nel corso della recente rassegna “Cinema e donna” tenutasi a Firenze. Si tratta di un omaggio non retorico, dovuto ad una persona straordinaria e, con lei, alla Fondazione di cui è emblema e testimonianza.

Tra poche settimane, finalmente, esordirà il nuovo sito, ripensato con linguaggi e stili consoni all’età digitale: finestra cognitiva e insieme strumento di partecipazione attiva. L’Aamod intende farsi protagonista di una moderna alfabetizzazione degli italiani dopo un trentennio di egemonia incontrastata della televisione generalista (commerciale). Il sito è un’occasione per contribuire alla divulgazione di campi della conoscenza rimossi o tagliati fuori dalla narrazione ufficiale. Come si è sperimentato con la felice iniziativa del “Premio Zavattini”, l’obiettivo della condivisione e del riuso dei materiali audiovisivi è essenziale. Il superamento delle vecchie logiche chiuse e proprietarie del copyright –almeno nell’ambito culturale- è obiettivo chiave per declinare in modo democratico le potenzialità tecnologiche della crossmedialità. In tal senso andava il seminario tenutosi nell’aprile del 2016, cui si intende dare seguito con una “Carta dei diritti e dei doveri” discussa innanzitutto con le associazioni “gemelle”. Proprio nel recente congresso di Lucca dell’AICI (l’associazione delle istituzioni di cultura) si è fatto cenno all’urgenza di trovare occasioni frequenti di coordinamento e di scambio. Uniti si vince, come i saggi ci hanno insegnato.

Sullo sondo rimangono, infatti, intatte le ragioni della “vertenza cultura” che lanciammo un anno fa. Sono sì un po’ lievitate le risorse messe a disposizione dal Ministero (Mibact). Rimangono, però, assai esigue e, oltre tutto, vengono distribuite con criteri indefiniti. Servono trasparenza e maggiori finanziamenti, se è vero che stiamo parlando di investimenti e non di spesa improduttiva. L’Italia è ancora un paese dove la cultura è confusa con il “petrolio” o viene impropriamente sovrapposta al pur fondamentale rilancio del turismo.

Il recente referendum sulla revisione della Costituzione ha visto il successo del NO alle proposte del Governo. Ora, però, serve uno sguardo lungo, che eviti la guerra tra Orazi e Curiazi, mentre la Carta ci interpella innanzitutto sulla sua attuazione, a partire dall’articolo 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura…”.

Ripartiamo da qui, attraverso lo sforzo pieno (civico e morale) di rendere l’Aamod un luogo tra i troppi non-luoghi. E’ il senso dell’Assemblea annuale dei Garanti di giovedì 15 dicembre, organismo in grado di diventare un vero centro di organizzazione e di tendenza. Certamente, non è un mero adempimento statutario.

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