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News dal patrimonio – 16 novembre 1961 Basaglia entra nel manicomio di Gorizia

57 anni fa iniziava quella che è stata definita la “rivoluzione Basaglia”. Crediamo che davvero lo fu.  Il 16 novembre 1961 Franco Basaglia entra come direttore, all’età di 37 anni, nel manicomio di Gorizia.

Il film di fiction di Silvano Agosti del 2000, La seconda ombra, prima della miniserie per la televisione, C’era una volta la città dei matti, di Marco Turco del 2010, ricostruisce e racconta le prime tappe dell’esperienza di Basaglia a Gorizia, con il bravo Remo Girone nei panni di Basaglia.  A seguire il trailer:

 

 

Non sono moltissime le immagini in movimento di testimonianza e informazione prodotte al tempo di Basaglia, ovvero le immagini di non fiction che hanno rappresentato e documentato l’evolversi della sua esperienza e la sua rivoluzione, fino all’approvazione della legge 180 il 13 maggio 1978 (40 anni fa). Del periodo goriziano sono ormai famosi i film in 16 mm. girati da Giovanni Osbat e dallo stesso Basaglia che mostrano gli esperimenti di musicoterapia con pazienti, infermieri, volontari, Basaglia stesso. 14 in tutto, della seconda metà degli anni Sessanta, probabilmente del periodo 1967-1968, ora conservati presso la Mediateca di Gorizia.

La Rai ha iniziato a seguire e a informare sulle esperienze in corso a Gorizia, quindi a Trieste, a partire dalla seconda metà degli anni sessanta, come ricostruisce e sottolinea Vanessa Roghi nel programma di Rai Storia, Quei complicati anni settanta, nel servizio Franco Basaglia. La libertà è terapeutica, trasmesso quest’anno e visionabile su RaiPlay a questo link.

Nel programma numerose le immagini “di repertorio” tratte in particolare dal celebre documentario di Sergio Zavoli, per Tv7, I giardini di Abele, del 1968, girato a Gorizia, anche questo integralmente visionabile sulla piattaforma RaiPlay.

Già in quel programma del 1968 sono identificabili alcuni brani d’archivio di un film che Zavoli utilizzò, conservato presso la fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico; brani tratti dal film documentario di Michele Gandin, La porta aperta, del 1968. Un documentario mai trasmesso dalla Rai.

Il film di Gandin, prodotto dalla Nexus film, è visionabile sul canale YouTube dell’Aamod e lo proponiamo anche qui, rinviando alla sua scheda di descrizione integrale:

 

 

 

 

Questo documentario inizia con una frase di Primo Levi sulla condizione dei malati di mente e racconta la situazione manicomiale italiana durante i primi esperimenti di Franco Basaglia. Celebre anche la sequenza dell’abbattimento dei recinti e delle reti che delimitano l’ospedale provinciale di Gorizia. 

Alcune altre immagini presenti nel programma di Zavoli sono invece tratte dal film di Riccardo Napolitano, custodito presso la Fondazione Aamod, 1904, n. 36, prodotto da Napolitano stesso e dalla Utf nel 1966, della durata di 17 minuti. Il film inchiesta parte dall’analisi della legge vigente dall’inizio del secolo sull’organizzazione degli ospedali psichiatrici, la n. 36 del 1904. Uno dei pochi film in cui tutti i malati sono ripresi senza il volto (anche se i particolari delle loro mani sono altrettanto indicativi nel testimoniarne la sofferenza), all’interno dell’ospedale. Il film, sicuramente ispirato anche ai primi esperimenti di Basaglia, lancia proposte alternative “già all’esame di esperti psichiatri”, chiedendo l’abrogazione della legge vigente ormai superata dalle nuove teorie della psicologia fenomenologica.

 

 

 

 

 

Nel 1968 è realizzato il documentario La favola del serpente, di Pirkko peltonen, 1968 , 8’. Come si legge sull’abstract a cura della Fondazione Basaglia: “Pirkko Peltonen, all’epoca giovane giornalista finlandese, dopo la lettura dell’Istituzione negata di Franco Basaglia, nel 1968, va all’ospedale psichiatrico di Gorizia per conoscerlo e saperne di più sulla sua battaglia della libertà. Il risultato è un documentario straordinario che racconta quella prima fase della rivoluzione basagliana nel manicomio da lui diretto. A girarlo, come da accordi tra televisioni europee, una troupe della Rai di Venezia. Il montaggio nella sede Rai di Milano”.

Il film è visionabile sul canale YouTube della Fondazione Basaglia:

 

 

 

 

 

Il Pci e l’Unitelefilm, la società di produzione cinematografica legata allora al Partito comunista, hanno prodotto successivi documentari e documentazioni filmiche, dedicati alla situazione dei manicomi e alla condizione dei malati in generale, non focalizzando l’attenzione solo sulla sperimentazione di Basaglia, seppure sempre presente come punto di riferimento, sia nei commenti sonori sia nelle interviste a lui. Piuttosto nelle immagini emerge il punto di vista della propaganda per le elezioni amministrative, che voleva porre l’attenzione soprattutto sui problemi del mondo del lavoro, sui disagi causati dalla povertà e dalla mancanza di diritti delle classi più povere, fino a provocare alienazione e malattie  mentali.

Tra i film girati, di documentazione, l’Aamod conserva immagini riprese al Manicomio di Torino, della Unitelefilm, di 3’, degli anni sessanta, che documentano alcuni momenti di una festa da ballo cui partecipano i degenti con il personale: probabile iniziativa ispirata a quanto accadeva a Gorizia in quel periodo. Purtroppo il film al momento è ancora solo su pellicola in attesa di essere telecinemato e pubblicato sul web.

Con l’arrivo di Basaglia al manicomio provinciale di Trieste, aumenta la documentazione filmica d’inchiesta da parte della sinistra in Italia sul tema della salute e della riforma non solo dei manicomi, ma dell’intero sistema sanitario. L’occasione, pur nell’autonomia dei punti di vista di operatori e registi, è sempre quella della propaganda a ridosso di elezioni o eventi politico-amministrativi. 

Si segnalano i film di Maurizio Rotundi del 1971, La pena immensa (qui il link alla scheda di descrizione) e I poveri sono matti (una riduzione quest’ultimo per la partecipazione ai premi di qualità). 

Ne La pena immensa scorrono quasi all’inizio del film immagini, forse le uniche in Italia in quel periodo, in cui sono ritratti anche bambini all’interno del manicomio di Santa Maria della Pietà a Roma. Il film era stato pubblicato sul canale YouTube della Fondazione Aamod, ma purtroppo è stato rimosso, per questioni di diritti musicali.

Degli anni settanta sono le tristi e terribili immagini di un film girato, non montato, sulle condizioni del Manicomio giudiziario di Aversa, in cui si evidenziano, in 11 interminabili minuti, le condizioni di vita degli internati del’ospedale psichiatrico “Filippo Saporito”.

Di grande interesse il film di Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Sandro Petraglia e Stefano Rulli, Matti da slegare, del 1975, dichiaratamente nato per sostenere la rivoluzione di Basaglia e il suo impegno per la chiusura dei manicomi. Tra l’altro si tratta dell’unico film documentario realizzato sul periodo della direzione Basaglia del manicomio di Colorno, vicino Parma, prima di andare a Trieste, quindi dalla fine del 1969 al 1971.

 

 

Il volo, del 1975, di Silvano Agosti, che all’epoca frequentava con ammirazione e stima, come da lui stesso dichiarato, Franco Basaglia, è un omaggio fiabesco a una delle tante iniziative di Basaglia e dei suoi collaboratori: l’esperienza di un un volo aereo sulla città fatta dai degenti dell’ospedale psichiatrico. Il film è conservato dalla Fondazione Basaglia, ma è visionabile YouTube:

 

 

 

Si segnala, infine, l’importante film inchiesta, un film partecipato, Fortezze vuote, di Gianni Serra, Unitelefilm, 1975, 1h 39’

“Il film è un’analisi documentaria della ristrutturazione degli ospedali psichiatrici in corso in Umbria e si sviluppa attraverso le testimonianze e le narrazioni dirette di malati, sanitari, esponenti di organismi politici e sociali che stanno perseguendo l’eliminazione di una delle più drammatiche istituzioni chiuse, il manicomio, per reinserire gli ammalati nel proprio ambiente sociale.
Ideato e realizzato in stretta collaborazione con tutta la popolazione interessata, attraverso una struttura cinematografica “aperta”, coerente con i metodi seguiti nell’esperienza in corso nella Regione Umbria per la costruzione dal basso di un nuovo sistema sanitario e dei servizi sociali, “Fortezze vuote” si configura anche come un esperimento di produzione cinematografica diverso dai tradizionali sistemi di produzione dell’industria audiovisiva.
Il film è stato presentato alla Biennale Cinema di Venezia nel 1975 ed ha partecipato a varie rassegne cinematografiche e scientifiche in Italia e all’estero”.

A questo link la scheda integrale del film di Serra.

 

Per conoscere le biografie e le storia di Franco Basaglia e di sua moglie Franca si consulti il sito della Fondazione Basaglia.

Seguirà un approfondimento sul tema della rappresentazione nel cinema documentario della rivoluzione di Basaglia su altre pagine.

(LC)

L’immagine in evidenza, in apertura, è di Roberto Lorenzetti, dei primi anni settanta, e fa parte di un servizio da lui realizzato sul manicomio di Rieti.  Per approfondimenti si rinvia al seguente articolo sul web: Il disagio mentale nelle immagini di Roberto Lorenzetti, Luce per la didattica, 2015

 

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