sortie d'usine

Riuso creativo

di Vincenzo Vita

Dal seminario promosso lo scorso 14 aprile su “Le fonti audiovisive nell’era della rete” è emersa la proposta di una “Carta per il diritto di libero accesso, uso e riuso creativo dei patrimoni audiovisivi” , su cui aprire un ciclo di incontri e verifiche. Per arrivare ad un messaggio condiviso, da lanciare a tutti cloro che  – pur in modi diversi-  sono i vecchi e nuovi intellettuali della memoria.

Si ritiene che la circolazione (in particolare a fini non commerciali, ma il dibattito è aperto) della documentazione possa utilizzare le licenze Creative Commons, per garantire la massima diffusione dell’esperienza conoscitiva. Vale a dire l’essenza della cultura, che non è solo lo statico compiacimento delle proprie erudizioni, bensì la ricerca sul campo. Oggi più che mai nella società dell’informazione e nell’era del capitalismo digitale: passaggio cruciale in corso, dal quale deriveranno modifiche profonde nella stessa divisione convergente tra il potere materiale e quello immateriale.

L’AAMOD intende contribuire al necessario salto di qualità, del resto reso drammaticamente urgente dall’(ir)resistibile ascesa dei cosiddetti Over the top, da Amazon a Google a Facebook, agli altri soggetti omologhi. E’ una lotta di lunga durata, che ha come poli oppositivi da un lato la tutela della storia applicata alla contemporaneità, dall’altro la brutale dittatura dell’istantaneità. Non solo. Si tratta anche della configurazione della persona digitale, i cui dati sono carpiti oggi senza regole dalle e nelle mille griglie delle connessioni. I big data. Il discorso si fa complesso, ma stiamo parlando di una delle principali questioni della ri-fondazione democratica.

La Carta potrebbe diventare la premessa per un coraggioso articolato legislativo sul tema del copyright, reso ancor più stringente dalla direttiva Barnier in materia e dalla discussione in corso per il suo recepimento. Non ha davvero senso che nell’era della rete valgano ancora le leggi e i regolamenti attuali, che sono insieme autoritari e impotenti.

E’ emerso nel primo degli incontri tenutosi dopo il seminario l’esigenza di verificare la disponibilità dei parlamentari ad un impegno comune, soprattutto in relazione al risultato interessante della commissione su Internet presieduta da Stefano Rodotà, insediata con scelta illuminata dalla Presidente della Camera Laura Boldrini. Anzi, la Carta potrebbe persino diventare il secondo capitolo del “Bill of Rights” varato in quella sede e lo strumento per rivitalizzare l’attività degli Archivi.

Insomma, il coraggio di rischiare e di mettersi in discussione. Questa stagione tecnologica offre numerosissime opportunità, ma comporta insidie altrettanto grandi. Tra l’apocalisse e l’integrazione c’è una vasta “terza via”, costituita proprio dalla creazione di una coscienza critica di massa, che solo la formazione culturale è in grado di rendere praticabile.

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