Produzioni

Cinema Grattacielo

Di Marco Bertozzi, 2017




Gli interni pop, le derive psichiche, i miti della vacanza di massa visti dal Grattacielo di Rimini, uno degli edifici simbolo della città. Alto 100 metri, inaugurato nel 1959 quale icona di una cittadina che si stava trasformando in metropoli balneare, considerato da alcuni un ecomostro e da altri un paradiso tecnologico, oggi è un quartierone verticale abitato da una ventina di nazionalità differenti. La sua umanità e i suoi paesaggi sono scrutati in prima persona da uno dei suoi abitanti, il regista, in una riflessione aperta sui modi di rappresentazione del documentario contemporaneo.


Cinema Grattacielo è un film sul Grattacielo di Rimini. Un incrocio di sguardi su una città in verticale che si staglia nello skyline adriatico, una torre di Babele che pulsa, ospita convivenze, incarna immaginari. Un simbolo della città, al pari di altri luoghi storici (dal Ponte di Tiberio all’Arco d’Augusto, dal Tempio Malatestiano ai siti felliniani, come il Grand Hotel e il Cinema Fulgor), il Grattacielo di Rimini accoglie abitanti storici e giovani coppie, commercianti cinesi e ambulanti africani, liberi professionisti e lavoratori del turismo, artisti visivi e studenti universitari. 


Foto Collezione Famiglia Corbelli

1959. Mentre a Roma Federico Fellini gira La dolce vita, nella sua città arriva a compimento la costruzione del Grattacielo. Entrambi raccontano l’irruzione della modernità: il cinema e l’architettura del periodo esprimono gli anni del boom economico italiano, ne incarnano i valori e le speranze. il Grattacielo di Rimini diviene un oggetto mitico, ambito dalla nuova borghesia vacanziera, simbolo di una città che risorge prepotentemente dalla guerra (Rimini, dopo Montecassino, fu la città più bombardata d’Italia) per incarnare valori e culture del nuovo “tempo del non lavoro”. Una sorta di American Dream di cui si fanno profeti il sindaco comunista Veniero Accreman e la sua Giunta, sollecitati dall’architetto istriano Raul Puhali, che aveva già realizzato edifici a torre sulle due sponde dell’Adriatico, a Fiume e a Trieste. Un progetto voluto dai “comunisti”, in un Comune “troppo” di sinistra – per questo commissariato più volte dal Governo centrale – che aveva scelto il modello del turismo di massa contro il turismo d’élite…


Foto Collezione Famiglia Corbelli

Nel corso dei decenni il Grattacielo di Rimini conosce alterne fortune seguendo l’andamento di una società (e di una città) in rapida trasformazione. Immortalato alle spalle di Alain Delon nel film cult La prima notte di quiete (Valerio Zurlini, 1972), vive una rapida decadenza, associata a supposte frequentazioni malavitose, a scapoloni d’oro che ne fanno il locus amoenus dei loro libertinaggi sessuali, all’amministratore che fugge in America Latina con i soldi dei sei nuovi ascensori.
Oggi il Grattacielo di Rimini è un alveare di appartenenze diverse, una torre di cento metri svettante su una città e una nazione profondamente cambiate: un museo vivente del design del Novecento che vive quotidianamente le difficoltà fisiche della sua non più giovane età. Appartamenti di sette tipologie differenti per piano, alcuni immensi, uniti da accorpamenti e da fusioni creative; altri piccolissimi, una stanza ricavata fra il cielo e il cemento. Duecento case, una sopra l’altra, tutte così vicine, in una griglia segreta di aggregazioni e risistemazioni che richiama l’antico desiderio dell’uomo di ricreare il suo spazio di vita. E che rappresenta un tentativo di convivenza civile unico per il nostro Paese: un’idea di comunità, una Community appunto, aperta ed includente, come il suo sguardo fra il Mediterraneo e gli Appennini, fra i sud e i nord del mondo.


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Archivio Grattacielo


Il film è una produzione della Associazione culturale Condominium di Rimini, con Rai Cinema, Altreforme di Udine e AAMOD (archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico) di Roma. Ha goduto di finanziamenti da parte dell’APT dell’Emilia Romagna, con l’Assessorato alla Cultura della regione Emilia Romagna, e della Friuli Venezia Giulia Film Commission. A livello locale, hanno sostenuto il film Provincia di Rimini, Comune di Rimini, Banca Malatestiana, Petroltecnica, Associazione Notorius, Ristorante La Marianna, Assicurazioni Generali, WIN – Women In Insurance. 


Il film ha goduto inoltre della collaborazione della Ecole des Medias dell’università del Quebec a Montreal (UQAM).

Per la copertura del budget nel 2015 è stata attivata una campagna di crow-founding con “Produzioni dal basso”.



Menzione speciale della giuria – Biografilm Festival, Bologna, 2017
Per la ricerca di una narrazione innovativa e visionaria e la scelta cinematograficamente forte di dare voce e corpo alla biografia di un grattacielo, con i suoi vissuti, i suoi abitanti, i suoi sogni, le sue fantasie.
Menzione Speciale – Extra Doc Festival, MAXXI, Roma, 2018
Un film di notevole impatto figurativo, sia per la ricchezza di un linguaggio ibrido e contaminato da molteplici forme espressive che confluiscono in una percezione allucinata e straniante della realtà, sia per la costruzione narrativa che trasforma il Grattacielo edificato negli anni del boom economico sul litorale di Rimini in un simbolo della moderna globalizzazione e convivenza multietnica.
Best Italian Documentary – Sardinia Film Festival, Sassari, 2018
Per la capacità di dare anima e voce, con intensa sperimentazione visiva e sonora, ad una struttura architettonica densa di umanità che, attraverso le tante porte e finestre, mette in relazione vite altrimenti inconciliabili e diventa, così, emblema di una comunità ideale.
Award Best FormMove – Cine Arch. Festival Film on Architecture, Venice, San Paulo, Paris – 2018
Per le possibilità innovative nel rappresentare l’architettura.

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