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News dal patrimonio Aamod – L’11 settembre

L’11 settembre è il giorno del ricordo dell’orrore, della terribile sensazione del non ritorno, del senso di sconfitta nella e della storia.

Se nell’epoca della riproducibilità tecnica le immagini in movimento hanno perso l’aura, citando ancora Walter Benjamin (a questo link il suo celebre saggio integrale), certamente non finiscono mai di stupire e di catapultare subito i nostri sguardi, i pensieri e il nostro spirito lì, in quei giorni, in quei momenti in cui ancora non si poteva credere a quanto stava avvenendo, poi a quanto era successo. I volti e le espressioni delle persone nei film di documentazione conservati presso l’Archivio audiovisivo testimoniano tutto questo.

A seguire, proponiamo alcuni film digitalizzati dell’Aamod: tragiche documentazioni cinematografiche dell’11 settembre 1973 e dei giorni successivi a Santiago del Cile, nelle inquadrature degli operatori dell’Icaic e di altre società di produzione; quindi quelle dell’11 settembre a New York, nel 2001, e delle giornate successive, nelle riprese di Alex Cicconi, collaboratore allora della Fondazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La scheda di descrizione del film a questo link

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A questo link la scheda di descrizione

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questo link la scheda di descrizione integrale del film

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La scheda di descrizione del film di Alex Cicconi.

 

 

Sulle immagini di questi due eventi epocali molto è stato scritto, anche in alcuni Annali della Fondazione che hanno trattato il tema più generale del cinema documentario e della documentazione filmica del reale e delle responsabilità etiche e politiche di operatori e registi nelle riprese di conflitti (Schermi di guerra, Schermi di pace, Il cinema documentario nell’era digitale, Documentazione filmica…).

Quello che le immagini a volte non riescono a mostrare è l’orrore di chi diventa tragico protagonista e vittima degli eventi, come ha ricordato Raffaele La Capria, scrittore, ma anche autore cinematografico, in pagine memorabili del suo diario/romanzo, L’estro quotidiano, con riflessioni lucide e appassionate sul senso della produzione e della diffusione delle immagini oggi. 

” … l’immagine delle torri che crollavano era pulita, era silenziosa e perfino “esteticamente ammissibile” rispetto all’orrore che stava realmente accadendo. L’immagine non ci faceva vedere, non poteva farci vedere, quel che stava accadendo all’interno delle Torri: il fuoco, il buio totale, le grida, il terrore di migliaia di vittime innocenti, i loro corpi dilaniati, bruciati, ridotti a torce viventi, e gl’intrappolati senza via d’uscita nei piani superiori, in attesa della morte, l’abisso nero delle scale impraticabili, i crolli continui, la gente assiepata, calpestata, avvolta dal fumo, che si lanciava nel vuoto inseguita dalle fiamme. L’immagine non ci faceva vedere quello che non si voleva vedere, e cioè la vera, oscena, vile, schifosa e mostruosa natura dell’atto terroristico, ma solo la sua perfetta esecuzione… Anche qui le immagini mentivano perché isolate dal contesto? Sì, certo. E anche qui ci facevano vedere soltanto quello che lo spirito del tempo, e dunque di una buona parte del mondo, voleva vedere (grassetto, ndr).”(Raffaele La Capria, L’estro quotidiano, Einaudi, 2005, p. 49).

(LC)

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