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L’Italia che non si vede – 9^ edizione

Undici titoli di cinema del reale tra i più importanti della stagione, tra cui i due doc appena shortlisted per i premi EFA, gli Oscar europei, La scomparsa di mia madre e Selfie.

Nel catalogo anche i corti vincitori delle prime due edizioni del Premio Zavattini.



Lo scorso 9 novembre, nell’ambito del ViaEmili@DocFest, è stata annunciata la IX edizione de “L’Italia che non si vede”, la rassegna itinerante promossa da Arci e Ucca che racconta il Paese reale, i suoi problemi, il suo disagio, nel duplice senso che non teme di approfondire argomenti scomodi o comunque rimossi dai media e nel contempo cerca di avvicinare il pubblico a documentari “invisibili” perché falcidiati dalla censura di mercato.

Se fino a qualche anno fa la rassegna aveva come scopo principale quello di portare le opere più fragili, quelle meno attrezzate per competere sul mercato, “in profondità”, cioè nelle aree meno servite dall’esercizio, l’attuale cambiamento di scenario ne ha radicalmente rafforzato la funzione culturale. Nel senso che il combinato disposto della forzata chiusura di centinaia di sale cinematografiche e della contemporanea ipertrofica offerta audiovisiva che garantisce la possibile fruizione di fiction, documentari e serie tv in qualsiasi momento, con qualsiasi device, in qualsiasi luogo, ha reso per molti titoli “L’Italia che non si vedel’unico veicolo di visibilità e di visione condivisa. La presenza dei cinecircoli UCCA disseminati nell’intero territorio nazionale, in provincia così come nei piccoli centri, si sta rivelando una risorsa ideale proprio per ospitare quelle piccole produzioni che prima trovavano spazio altrove tra mille difficoltà, ma oggi non lo trovano affatto.


Il 2019 ha evidenziato, nel giovane cinema italiano, un notevole fermento e segnali tangibili di un salutare ricambio generazionale, tornando a confrontarsi con i grandi temi sociali che attraversano il Paese e a farsi esplicitamente e orgogliosamente politico. Ed è proprio da questi piccoli, straordinari film che è composta un’edizione di alto profilo de L’Italia che non si vede, che ospita opere invitate ai principali festival internazionali: ben 4 provenienti dalla selezione ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia (tra cui il Premio Speciale della Giuria), 3 dalla Berlinale e gli altri dal Sundance, dal Torino Film Festival, dal Biografilm, oltre al vincitore del Rome Independent Film Festival.


Le tematiche affrontate hanno la caratteristica dell’urgenza e della necessità, figlie di una temperie sociale e culturale che sta imbarbarendo il discorso pubblico del Paese: la legalità (“La mafia non è più quella di una volta”, di Franco Maresco e “Selfie” di Agostino Ferrente), l’identità di genere (“Normal” di Adele Tulli e “DicKtatorship” di Gustav Hofer e Luca Ragazzi), l’accoglienza ai rifugiati (“Dove bisogna stare” di Daniele Gaglianone), i ritratti di due figure femminili forti (“La scomparsa di mia madre” di Beniamino Barrese e “Dafne” di Federico Bondi), il razzismo imperversante (“Che fare quando il mondo è in fiamme?” di Roberto Minervini), la crisi industriale italiana (“Il pianeta in mare” di Andrea Segre), l’emergenza ambientale e i nuovi stili di vita (“Amaranto” di Emanuela Moroni e Manuela Cannone). E infine l’omaggio ad un grande irregolare del cinema italiano, Claudio Caligari (“Se c’è un aldilà sono fottuto”, di Simone Isola e Fausto Trombetta). Film che non hanno trovato il loro pubblico, talvolta per i controversi temi affrontati, ma coraggiosi e importanti.


Una novità di rilievo dell’9^ edizione è stata la richiesta di affiancare alla proiezione di ogni film quella di un cortometraggio, rinverdendo una tradizione purtroppo disattesa dall’esercizio da troppi anni. I corti proposti sono, tra l’altro, i vincitori delle prime due edizioni del geniale “Premio Zavattini”, in collaborazione con Fondazione AAMODArchivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.


La rassegna è promossa anche con l’ausilio di un breve trailer commissionato espressamente per promuovere l’iniziativa, a cui Vasco Brondi de Le Luci della Centrale Elettrica ha gentilmente concesso uno dei suoi brani più noti.


Le distribuzioni con cui sono stati siglati gli accordi sono state Istituto Luce – Cinecittà, Valmyn con la Cineteca di Bologna, ZaLab, Pablo – Gianluca Arcopinto, Wanted Cinema, Reading Bloom & Rodaggio Film.


La rassegna itinerante è curata da UCCA – Unione Circoli Cinematografici Arci, con la collaborazione di ARCI, AAMOD, e il sostegno di MiBACT – Direzione Generale Cinema e MIUR.

Info: presidenza@ucca.it

Web: http://www.uccaarci.com/    https://www.facebook.com/UCCApagina/


Trailer:

https://vimeo.com/user63490351


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