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Il 68 a Berlino

di Luigi Perelli

        

Berlino Potsdamer Platz. In una scenografia avveniristica, ai piedi della cupola in vetro e acciaio che domina con i suoi riflessi e i suoi colori una grande piazza coperta, piena di vita, affari, turismo, si apre la sede della Deutsche Kinemathek e del Museo del Cinema e della Televisione. Qui, nella sala principale del Cinema Arsenal, sta per inaugurarsi ITALIA ’68, una rassegna  sul documentario politico italiano di quegli anni.

Sono invitato a presentare Emigrazione 68, Italia Oltre Confine. Un documentario realizzato 50 anni fà, per l’Unitelefilm, in collaborazione con l’Ufficio Emigrazione del PCI.

Nel pubblico tedesco c’è curiosità per quanto realizzato allora in Italia. Cecilia Valenti, che insieme al suo collega Fabian Tietke ha organizzato la rassegna, presenta brevemente il lavoro dell’Unitelefilm, collegata al PCI negli anni precedenti e successivi al ’68.

La proiezione di Emigrazione 68 è accolta con interesse. Nel dibattito successivo si paragona la condizione degli italiani emigrati, con la condizione di vita e di lavoro dei tanti che arrivano oggi in Europa. Persone in fuga dalle guerre che insanguinano il continente africano, o il vicino Medio Oriente, ma anche, proprio come gli italiani negli anni sessanta, che fuggono la miseria, la fame.

Crea molta impressione vedere nel documentario le immagini del Belice, del terremoto. Vedere un governo che non sapendo come affrontare l’emergenza, preferisce mandare all’estero i propri cittadini, dando loro con estrema facilità il passaporto per emigrare.

Vengono anche apprezzate le testimonianze, raccolte in tutta Europa, e il commento di Dacia Maraini, fondato su una selezione di lettere tra operai all’estero e le loro famiglie.

Sullo sfondo, i valori che percorrono in quegli anni il mondo: l’imperialismo americano e il Vietnam, le grandi lotte politiche, le rivendicazioni sociali.

Grande interesse tra il pubblico anche per l’esperienza di Terzo Canale, e poi dei Cinegiornali Liberi, espressione di un rapporto positivo, dialettico, tra cultuta, cineasti ed esperienze più direttamente politiche, militanti.

La prima serata si è poi conclusa con la proiezione di Apollon.

 

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